“Mi hanno diagnosticato un’ipoacusia bilaterale media e dovrei portare le protesi. Quale modello tra endo e retro mi aiuterebbe meglio al telefono?”
Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta
In generale il modello endoauricolare è più comodo in tante situazioni e modalità d’ascolto. Avendo il microfono ubicato all’interno del condotto, l’endoauricolare permette un posizionamento più naturale del telefono al padiglione auricolare.
Mediante un apposito ciondolo a collana si può inoltre collegarlo via bluetooth a dispositivi predisposti come cellulari e tv.
“Anche in auto posso connettere gli apparecchi acustici al mio smartphone?”
Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta
Gli apparecchi acustici possono essere connessi allo smartphone anche in auto, mediante l’apposito dispositivo da indossare.
“Sono curioso di sapere la durata di un valido apparecchio acustico..”
Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta
La durata di un apparecchio acustico dipende non solo dalla validità tecnologica ma anche dalla reperibilità dei componenti elettronici, che nel corso degli anni usurandosi devono essere sostituiti, e dal corretto utilizzo da parte di chi li indossa.
In generale si può stimare una durata media di 5 anni.
Una corretta e periodica manutenzione degli apparecchi acustici unita a controlli specifici almeno semestrali presso i centri acustici, possono allungare il periodo vitale fino anche a 7-8 anni
“Ho sentito parlare del TROVA VOCE sulle vostre protesi, cos’è?”
Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta
Il TrovaVoce è un algoritmo che analizza costantemente nel tempo il rapporto rumore/voce e riconosce quando e quanto predomina il rumore sul parlato. Quando ciò accade il TrovaVoce agisce ribilanciando il rapporto in favore della voce, attenuando il rumore.
OGGETTO: “Chiedo che differenza c’è tra l’audiometria tonale e quella vocale. Cosa indica ciascuna?
Risponde l’audioprotesista Dott.ssa Francesca Quaranta
L’audiometria tonale consiste nel definire il livello minimo di udibilità dell’individuo sotto esame, proponendogli l’ascolto di una serie di suoni, generalmente toni puri (frequenze).
L’audiometria vocale consiste invece nel definire l’intelligibilità della persona, cioè la sua qualità di comprensione, proponendogli l’ascolto di parole (bisillabiche con/senza senso) o frasi.
In sintesi, con il primo esame si stabilisce quanto si sente, con il secondo quanto si capisce.
• Oggetto del messaggio: TV e conversazioni
“Da un anno mia madre 80enne alza il volume della tv per sentire meglio, invece nelle conversazioni sente bene. Com’è possibile?”
Risponde l’audioprotesista Dott.ssa Francesca Quaranta
Sua madre probabilmente comincia a manifestare una ipoacusia di entità tale da non influire ancora significativamente sulla conversazione a tu per tu, ma tale da palesarsi in altre situazioni di ascolto come appunto la tv.
In particolare, la difficoltà di comprensione della tv può essere legata anche a molteplici fattori quali la tipologia del dispositivo stesso e la qualità delle relative casse acustiche, la sua ubicazione nella stanza (in particolare dal muro e/o nel mobile), dalla grandezza della stanza stessa e dalla distanza dal punto di visione (maggiore di 2 metri circa).
Sarebbe consigliabile sottoporre sua madre ad un controllo audiometrico in un centro acustico per capire se effettivamente sussiste anche un problema di ipoacusia.
• Oggetto del messaggio: Cabina Silente
Buongiorno, ho saputo che disponete di una cabina silente all’avanguardia. In cosa consiste e che vantaggi dà?
Risponde lo Staff Linear
Linear dispone, per la precisione, di una camera semi-anecoica cioè una stanza strutturata appositamente per ridurre il più possibile la riflessione del suono grazie a forme particolari e all’uso di materiali fonoassorbenti sulle pareti e in parte sul pavimento.
Grazie al notevole abbattimento del rumore circostante per assenza di riflessione, questa particolare camera è adibita all’esecuzione di test audiometrici, i suoni risultano così molto più puliti e complessivamente permette un maggior livello di concentrazione della persona sotto test che riesce quindi a fornire risposte più attendibili.
• Oggetto del messaggio: Marche di pile: differenze?
Ci sono differenze tra le marche di pile per apparecchi acustici? Porto le vostre protesi digitali retroauricolari di ultima generazione e ho provato due marche di pile diverse: una mi ha dato l’impressione che dura meno dell’altra. E’ possibile o dipende da altri fattori?
Risponde l’audioprotesista Dott.ssa Francesca Quaranta
Tutte le pile in commercio garantiscono ottime prestazioni, senza rilevanti differenze tra una marca e l’altra.
La durata della pila dipende invece da diverse variabili, come il numero di ore giornaliere di utilizzo, l’ambiente più o meno rumoroso a cui sono sottoposti gli apparecchi acustici e la potenza erogata dagli stessi sulla base dell’entità dell’ipoacusia: la gestione del rumore ambientale effettuata dagli apparecchi acustici e una maggiore potenza di erogazione comportano infatti un maggiore consumo della batteria.
• Oggetto del messaggio: Pile che durano poco: caldo o no?
Salve,
usufruisco degli apparecchi acustici interni, credo della 1°-2° generazione. Di recente ho notato che le pile PowerOne 10 durano neanche 3 giorni a coppia. Cioè nel giro di una settimana un pacchetto da 6,00 € in farmacia viene finito. Da cosa può dipendere? Dal caldo? Gli apparecchi, faccio notare che sono sempre dentro la scatola con i granuli anti-umidità.
Grazie, cordialmente
Risponde Michele Ricchetti, ingegnere Linear
L’estate non è il miglior periodo per le pile. È meglio tenerle in frigo o in un posto fresco il più possibile, e quando si acquistano verificare che la data di scadenza non sia prossima.
• Oggetto del messaggio: Quali protesi scegliere
Mi è stato riscontrato un pb uditivo ad entrambi i lati.
Dovrei indossare delle protesi e qui viene il bello. In tutti i centri acistici cui sono andato mi hanno consigliato i retroauricolari digitali wireless dato che sono meno delicati degli endo e necessitano di meno manutenzione. Poi mi hanno detto che gli endo potrei metterli ma anche se il pb è lieve (sento dai 40 db in poi ) applicando gli endo perderei alcune gamme di suoni.
1)È vero che gli endo sono delicati?
2) Che tipo di manutenzine necessitano?
3) Hanno limitazioni nella campionatura dei suoni?
4) la ricezione degli endo è a 360 gradi , ovvero hanno limitazioni nel riconoscere i suoni provenienti da dietro?
Risponde Michele Ricchetti, ingegnere Linear
GIi endoauricolari possono compensare sordità profonde (fino a 100-110 dBHL), non sono più delicati dei retroauricolari (la componentistica elettronica è la stessa!) ma semplicemente hanno bisogno di una “cura” quotidiana, in quanto tutte le componenti elettro-meccaniche sono posizionate all’interno del condotto uditivo.
Ogni sera prima di andare a dormire, si tolgono e si puliscono con un panno, si posizionano in un contenitore e si riprendono al mattino seguente.
Dal punto di vista funzionale, l’endoauricolare è quanto di meglio sia presente sul mercato degli apparecchi acustici. Il microfono dell’endoauricolare, al contrario del retroauricolare, è posizionato nella migliore posizione possibile, cioè all’ingresso del canale udito. Questo permette di sfruttare il padiglione auricolare (il padiglione auricolare insieme alle due orecchie permette la localizzazione dei suoni, che facilita la discriminazione nel rumore).
La ricezione a 360 gradi dell’endoauricolare è simile a quella di una persona normoudente. Il retroauricolare tratta i suoni provenienti da ogni direzione allo stesso modo (il microfono è sopra al padiglione auricolare) non aiutando il portatore a capire da dove arrivano i suoni, paradossalmente con il retroauricolare si sentono quasi più i suoni posteriori di quelli anteriori!
Infine dal punto di vista dell’elaborazione di suoni, gli apparecchi endoauricolari sono costruiti con gli stessi componenti dei retroauricolari, e quindi hanno gli stessi pregi e difetti. I nostri apparecchi acustici campionano a 32KHz a 24 bit per campione.
• Oggetto del messaggio: Endoauricolari senza pile?
Ho saputo che è in corso un progetto italo-americano per realizzare tra non molto un impianto cocleare “invisibile”, ovvero tutto dentro la testa, senza componenti esterne. Questo impianto, da quello che ho letto, si dovrebbe alimentare con l’energia prodotta dal movimento del corpo, quindi senza bisogno di collegare fonti di alimentazione esterne (batterie).
Mi chiedevo e vi chiedo se lo stesso principio sia applicabile agli endo auricolari, in modo da eliminare la necessità della batteria…
Grazie della risposta
Risponde Michele Ricchetti, Ingegnere Linear
Non sono a conoscenza del progetto e ho qualche perplessità su questa soluzione tanto radicale. Una batteria ci deve essere…
Le più avanzate ricerche scientifiche sulla ricarica di dispositivi mobili si concentrano sull’energia prodotta camminando: sembra che speciali scarpe “modificate” permettano di “catturare” l’energia dei nostri passi per poter ricaricare una batteria, questo grazie a una soletta contenente un liquido che utilizza il “Reverse Electrowetting”, ovvero un fenomeno che riguarda la tensione molecolare (di coesione) di un liquido rispetto a un’altra superficie.
Nel caso di un piede in movimento, il disallineamento di alcune minuscole particelle di liquido, poste nella suola, consente la generazione di corrente immagazzinabile e riutilizzabile.
La camminata sembra quindi essere il sistema più efficace per produrre energia. Purtroppo i nostri piedi sono distanti dall’orecchio!
Comunque non escludo che questi sistemi di ricarica, sia per dispositivi mobili che per apparecchi acustici, possano diventare realtà nell’arco di qualche anno, considerando la tendenza alla mobilità. Ci sono molte ricerche su come rendere tecnologici i capi di abbigliamento, ad esempio sono allo studio fibre che permettono a un capo di vestiario di diventare un’antenna!
• Oggetto del messaggio: Pulizia degli apparecchi
Buongiorno, da un mese porto due endoauricolari: quando alla sera li tolgo, spesso noto delle incrostazioni di cerume sulla punta. Cosa devo usare per toglierlo senza rovinare gli apparecchi?
Risponde l’audioprotesista Linear
Il consiglio è di pulire il guscio dell’apparecchio con carta casa (o un panno) imbevuta leggermente di alcool e lasciare asciugare. Le consiglio di verificare la pulizia del filtro paracerume e nel caso sia sporco di sostituirlo.
• Oggetto del messaggio: Pile di marche diverse
Ci sono differenze tra le marche di pile? Porto le vostre protesi digitali retroauricolari di quinta generazione e ho provato due marche di pile diverse, una mi ha dato l’impressione che dura meno dell’altra. E’ possibile o dipende da altri fattori?
Risponde lo Staff Linear
Pile di marca diversa hanno un aspetto esterno uguale, quindi possono essere utilizzate in qualsiasi apparecchio che accetta quella misura di batteria. Le diversità si evidenziano solo nel comportamento durante l’utilizzo: ci possono essere pile che “durano” poco perché hanno una minore capacità, altre che non riescono, pur avendo l’energia, a fornire una corrente di picco per far funzionare l’apparecchio acustico in situazioni particolari.
Quindi una buona pila deve avere sia una elevata capacità (per permettere una lunga durata) sia la capacità di fornire tutta l’energia che richiede l’apparecchio (questo migliora la qualità dell’ascolto).
Da notare che come gli alimenti anche le batterie hanno una scadenza: è consigliabile comprare le batterie in punti vendita che hanno un grosso volume di vendita, in modo da avere le pile “fresche”. L’invecchiamento della pila produce sicuramente una diminuzione della durata della pila stessa.