La misofonia è una rara condizione che porta all’intolleranza nei confronti di specifici suoni, innescando un meccanismo di rabbia e ansia in risposta a rumori di tutti i giorni, come la masticazione o la respirazione altrui.
Grazie a uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Newcastle, nel Regno Unito, pubblicato sulla rivista “Current Biology” (datato 2 Febbraio 2017), sarebbe stata chiarita l’origine neurobiologica di questo disturbo. Sukhbinder Kumar e colleghi, autori della ricerca, hanno infatti riscontrato la prova di anomalie strutturali e funzionali in specifiche aree cerebrali nei soggetti colpiti da tale patologia.
Attraverso l’analisi su volontari esposti a suoni di diversa natura, sottoposti a risonanza magnetica, gli studiosi hanno rilevato connessioni anomale tra una specifica area del lobo frontale, la porzione ventromediale della corteccia prefrontale e un’area chiamata corteccia insulare anteriore.
Nei soggetti misofonici esposti a suoni scatenanti, l’attività viene incrementata in entrambe le aree, mentre nei soggetti normali l’attività aumenta nella corteccia insulare ma diminuisce nel lobo frontale. Secondo gli autori, ciò è l’indice di un’anomalia nel meccanismo di controllo tra il lobo frontale e la corteccia insulare.
Nei soggetti misofonici viene meno il meccanismo fisiologico di soppressione della normale reazione ai suoni; i rumori scatenanti evocano anche un aumento del battito cardiaco e della sudorazione, a riprova di quanto sia elevata la loro risposta fisiologica.
Lo studio potrebbe contribuire a riconoscere scientificamente tale sindrome, finora considerata con scetticismo dalla comunità medica.