Le aree cerebrali responsabili delle risposte comportamentali delle madri, quando ascoltano piangere i neonati, sono state identificate e analizzate da un gruppo di ricercatori dell’Università di Trento, in collaborazione con altri centri di ricerca. I risultati dello studio sono stati pubblicati di recente, in un articolo su “Proceedings of the National Academy of Sciences” (Settembre 2017).
La ricerca utilizza lavori precedenti che avevano già mostrato come il cervello delle donne e quello degli uomini rispondessero in modi diversi, ascoltando il pianto infantile.
In questa ultima indagine, in un primo tempo, Paola Venuti, Nicola De Pisapia e colleghi hanno condotto un accurato esame del comportamento delle madri, in risposta al pianto. Sono state prese in considerazione 684 donne di 11 paesi diversi (Argentina, Belgio, Brasile, Camerun, Francia, Kenya, Israele, Italia, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti): la reazione al pianto del neonato è sempre stata la stessa, indipendentemente dal contesto culturale, tradotta nel gesto di prendere in braccio il piccolo e parlargli.
In seguito, attraverso studi di risonanza magnetica funzionale sull’attività cerebrale di un altro gruppo di donne (in questo caso provenienti da tre paesi: Italia, Stati Uniti e Cina) i ricercatori hanno rilevato come il pianto del bambino attivi alcune specifiche aree cerebrali, in particolare l’area motoria supplementare, associata all’intenzione di muoversi e di parlare, le regioni frontali inferiori (area di Broca), che sono coinvolte nel linguaggio e le regioni temporali superiori, che sono collegate all’elaborazione del suono.