Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization), oltre il 5% della popolazione mondiale, circa 466 milioni di persone, soffre di disturbi all’udito che incidono sulla qualità della vita. Si stima che tale cifra potrebbe raddoppiare entro il 2050, arrivando a oltre 900 milioni di persone (ovvero 1 su 10) con importanti deficit uditivi.
In Italia sono 7 milioni le persone che convivono con tali problemi, corrispondenti all’11,7% della popolazione; tuttavia solo il 31% dei cittadini ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni, mentre il 54% non l’ha mai fatto. Gli esperti dell’OMS stimano che la metà di tutti i casi di ipoacusia potrebbe però essere prevenuta, attraverso misure di sanità pubblica.
Ecco le regole principali per salvaguardare le proprie orecchie, come prescrivono gli esperti: effettuare controlli periodici dell’udito dopo i trent’anni, specie in presenza di familiarità per disturbi uditivi o di otiti ricorrenti; tenere il volume di mp3 e smartphone a un livello sonoro adeguato; utilizzare le cuffie e gli auricolari solo per periodi di tempo limitati; controllare i foglietti illustrativi dei medicinali per verificare che il farmaco non abbia effetti ototossici; mantenere una distanza di sicurezza da fonti di rumore come casse e altoparlanti; indossare protezioni uditive in contesti particolarmente rumorosi come stadi e concerti; controllare l’udito anche in presenza di acufeni (fischi nell’orecchio) o di vertigini.