Enea e Cnr, nell’ambito del progetto ReMedia, hanno sviluppato un sistema sperimentale per valutare la presenza di umidità in manufatti e opere d’arte  archeologiche e quindi intervenire per la conservazione. I primi test verranno effettuati il prossimo anno su alcuni siti storici di Roma, come le catacombe di Priscilla.
Il nuovo metodo si basa sull’imaging acustico (rappresentazione visiva), che permette un intervento non invasivo e non distruttivo, sottoponendo a sollecitazione la struttura da analizzare con un campo di pressione sonora o ultrasonora e rilevando la risposta acustica allo stimolo. Alla base del funzionamento del dispositivo sta cioè la misurazione dell’assorbimento di energia acustica da parte di murature e manufatti antichi. 
Il sistema utilizza una sorgente acustica in banda audio (100 Hz – 20 kHz) per sollecitare la superficie da analizzare con un’onda sonora e rileva la cosiddetta risposta impulsiva. La reazione acustica di un materiale alla sollecitazione prodotta da un campo di pressione esterno dipende dalle proprietà elastiche della sostanza. Il sistema realizza in questo modo una diagnostica non distruttiva degli elementi di interesse artistico. Non solo. L’approfondimento del metodo di misura e di analisi multifrequenza ha mostrato negli ultimi anni la sua applicabilità anche sulle tipiche indagini diagnostiche del danno strutturale di superfici murarie, manufatti con finiture artistiche come superfici affrescate, ceramiche smaltate, stucchi e persino dipinti su tavola. Fornendo immagini acustiche risolte in frequenza, il sistema ha così la capacità di rivelare distacchi, delaminazioni, fessurazioni, cavità sub-superficiali di diversa natura, nonché indebolimento o indurimento di strutture e materiali compositi.