Il cervello dei bambini piccoli è maggiormente appagato dal suono della voce materna rispetto a quello degli adolescenti. Uno studio, pubblicato sul Journal of Neuroscience e condotto da Vinod Menon e altri, ha dimostrato come intorno ai 13 anni avvenga un cambiamento: i circuiti cerebrali che provocano soddisfazione sono meno stimolati dalla voce materna rispetto a quanto avveniva fino a quel momento e sono invece più attratti da voci sconosciute. Si tratta di un fenomeno che conferma come l’adolescenza sia l’età in cui gli esseri umani cominciano a sentire la spinta a lasciare il nucleo familiare e a provare curiosità per le esperienze di socializzazione al di fuori di questo. E’ quindi naturale che per i genitori diventi più difficile farsi ascoltare quando i figli raggiungono questa età.
Il mondo sociale dei bambini piccoli ruota principalmente attorno ai genitori o a chi si occupa quotidianamente di loro, persone che svolgono un ruolo chiave nel guidare lo sviluppo dei bambini. Un segno distintivo dell’adolescenza è il cambiamento nell’orientamento verso obiettivi sociali non familiari, processo adattivo che prepara all’indipendenza. Poco si sa però riguardo ai segnali neurobiologici alla base di tali cambiamenti. Utilizzando l’imaging cerebrale funzionale dell’elaborazione della voce umana in bambini e adolescenti (di età compresa tra 7 e 16 anni), lo studio ha mostrato come vengano prodotti segnali neurali distinti nei circuiti cerebrali di ricompensa e valutazione sociale rispettivamente per la voce della madre e per le voci non familiari nel corso dello sviluppo da bambini a adolescenti. Mentre i bambini più piccoli hanno mostrato una maggiore attivazione di questi sistemi cerebrali per la voce della madre rispetto alle voci non familiari, gli adolescenti più grandi hanno mostrato l’effetto opposto.