Il cambiamento climatico rende sempre più preziosa la risorsa dell’acqua potabile, come è diventato evidente anche durante la recente siccità che ha colpito l’Italia e l’Europa nei mesi scorsi. Purtroppo la distribuzione dell’acqua potabile avviene spesso attraverso sistemi di condutture vecchie e fragili. Le rotture sono all’ordine del giorno e l’Italia è uno dei paesi nelle condizioni peggiori da questo punto di vista. Si stima che circa il 42 per cento dell’acqua vada disperso: questo significa che, rispetto al flusso di acqua che entra negli acquedotti dalle fonti, meno della metà arriva a un contatore dell’acqua e viene consumata lecitamente dai cittadini. Una parte della dispersione è probabilmente dovuta agli allacci illegali, veri e propri furti d’acqua. Ma la gran parte rimane legata alle perdite delle tubature: alcune sono evidenti perché affiorano in superficie e allora vengono inondate strade e marciapiedi; altre sono nascoste e vengono assorbite dal terreno.
Per aiutare i tecnici a rintracciare le perdite in maniera più efficiente e rendere così la manutenzione meno costosa, negli ultimi anni sono venuti in soccorso i sensori acustici. Con questo sistema, è possibile percepire il rumore dell’acqua che fuoriesce e si propaga attraverso le tubature e intervenire in maniera mirata. Questi sensori possono essere occasionalmente usati per trovare una perdita quando ad esempio un condominio lamenta un calo di pressione. Ma sempre più le società di gestione del servizio idrico si stanno orientando a realizzare delle reti di sensori fissi installati lungo la rete. Eau de Paris, che gestisce l’acqua della capitale francese su una rete di 2mila chilometri, ha cominciato a installare circa 3mila sensori per rilevare perdite di entità superiore a 2 metri cubi all’ora. I sensori vengono posizionati in nodi come a esempio gli idranti e lavorano soprattutto di notte, quando i suoni esterni interferiscono meno. Il loro raggio d’azione permette di rilevare perdite fino a 300 metri di distanza. In Italia un’esperienza simile è stata presentata recentemente a Varese dalla società Acinque. Anche in questo caso il progetto, avviato alla fine del 2021, prevede l’installazione lungo la rete idrica di sensori, uno ogni 250 metri, in grado di registrare i rumori e di analizzarli distinguendoli da altri suoni di fondo che si propagano nelle condotte. In questa maniera è possibile stabilire se nelle immediate vicinanze del sensore vi è la presenza o meno di una perdita.