Cancellare i rumori di fondo, ritenuti inutili, tra cui quelli prodotti dai movimenti del proprio corpo: il nostro cervello è capace di selezionare in maniera “predittiva” alcuni suoni; se ci mettiamo in movimento, già il primo passo non viene registrato. In questo caso interverrebbe una specie di filtro presente nel cervello, un meccanismo innato, possibile grazie alla connessione diretta della corteccia motoria del cervello alla corteccia uditiva. L’esclusione riguarda quei suoni “prevedibili” di fondo: sicuramente ai fini della sopravvivenza e dell’evoluzione è molto importante rimanere in ascolto dei passi nell’ambiente circostante, piuttosto che concentrarsi sui propri…

Tutto questo è stato dimostrato da uno studio condotto sui topi in laboratorio: i ricercatori della Duke University nella Carolina del Nord hanno pubblicato i risultati sulla rivista Nature. L’aspetto molto interessante è che il cervello può imparare a spegnere determinati rumori, anche grazie al tempo e all’esperienza. Per vedere come funziona questo meccanismo, gli studiosi hanno insegnato ai roditori ad associare un suono artificiale ai loro stessi passi. Durante le passeggiate sul tapis roulant, i topi hanno mostrato una progressiva modificazione delle connessioni nervose tra i neuroni della corteccia motoria e quelli della corteccia uditiva, permettendo ai biologi di individuare i singoli neuroni inibitori entrati in azione per ‘cancellare’ il suono artificiale.