Get Social With Us
Analisi acustica degli antichi violini - Linear Apparecchi acustici
22548
post-template-default,single,single-post,postid-22548,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,select-child-theme-ver-1.0.0,select-theme-ver-3.6,wpb-js-composer js-comp-ver-6.7.0,vc_responsive

Analisi acustica degli antichi violini

Gli antichi violini italiani presentano alcune caratteristiche inimitabili che rendono uniche le loro voci; sulle qualità sonore di questi strumenti ha indagato un gruppo ricercatori della National Taiwan University di Taipei. Lo studio è stato pubblicato col titolo “Acoustic evolution of old Italian violins from Amati to Stradivari”, sulla rivista on line di cultura scientifica PNAS (“Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America”). Il segreto del bellissimo suono di questi antichi strumenti sarebbe dovuto alla volontà da parte dei celebri liutai italiani (Amati, Stradivari e Gasparo da Salò) di imitare la voce umana. Un tentativo che risponderebbe alla cultura musicale dell’epoca barocca, in cui il tono ideale del violino avrebbe dovuto rivaleggiare con i cantanti migliori.

Per capire se tali strumenti producano davvero caratteristiche acustiche simili a quelle della voce umana, Hwan-Ching Tai (chimico e neuroscienziato appassionato di musica) e colleghi hanno utilizzato tecniche di analisi del linguaggio parlato per esaminare le scale di 15 violini italiani antichi suonati da un violinista professionista. Nel confronto con le voci di otto uomini e otto donne, di età compresa tra 16 e 30 anni, che hanno intonato alcune vocali della lingua inglese, i risultati dello studio confermerebbero l’ipotesi che sia stata la voce umana a ispirare i liutai del passato. In particolare l’analisi acustica ha rilevato come uno strumento costruito nel 1570 da Andrea Amati sia caratterizzato da frequenze basse, simili a quelle di un baritono e pertanto imita le voci maschili. Al contrario, Stradivari, nei suoi violini, aveva spinto questi toni più in alto nella scala musicale e il risultato era una ‘voce’ più simile a quella femminile.