I ricercatori dell’Accademia polacca delle scienze, guidati da Oskar Glowacki (proveniente dalla prestigiosa Scripps Institution of Oceanography), hanno studiato i rumori prodotti dal ghiaccio che si scioglie nel Mare Artico, distinguendo i suoni provenienti dai ghiacciai da quelli degli iceberg e arrivando a percepire la velocità del loro ritiro. Nelle acque tra nei fiordi delle Svalbard, tra la Norvegia continentale e il Polo Nord, sono stati introdotti degli idrofoni (microfoni subacquei) per cogliere le fasi in cui i ghiacci scompaiono. I risultati dello studio, pubblicati su “Geophysical Research Letters”, fanno capire l’importanza del metodo per studiare il fenomeno: gli idrofoni possono essere collocati nel punto esatto dove il ghiaccio si scioglie e possono diventare uno strumento di studio privo di rischi per gli scienziati. In questo modo si potrà misurare e prevedere linnalzamento del livello globale del mare; inoltre le registrazioni potranno dare risultati molto più precisi rispetto ai metodi usati fino ad oggi, che ricorrono ai satelliti.