Un apparecchio fotoacustico sviluppato da un team dell’Università Milano-Bicocca promette di introdurre un sistema innovativo, rapido e poco costoso per la scoperta di melanoma sulla pelle. Soltanto un neo su dieci è dovuto a melanoma, ma quando questo è presente può essere causa di gravi conseguenze. L’apparecchio, denominato “paMela” (photoacoustic melanoma detector), è frutto di una ricerca guidata da Elia Arturo Vallicelli, selezionata nell’ambito di un programma di crowdfunding per la realizzazione di progetti innovativi. “paMela” utilizza un sensore acustico per rilevare il suono generato dal sospetto melanoma nel momento in cui viene illuminato da un piccolo laser e ne ricostruisce la struttura 3d, osservando le parti nascoste sotto gli strati superficiali della pelle. Studiando l’intensità dei segnali acustici (ultrasuoni) è possibile ricavare informazioni sulla densità della melanina, sulla forma e sullo spessore del neo o del melanoma. Il segnale acustico è elaborato da un apparecchio che consente di amplificarlo e convertirlo in digitale; un software di elaborazione dati, invece, estrae le informazioni dal suono e permette all’operatore di visualizzare i parametri del sospetto melanoma.