L’elefante africano di savana è una specie classificata in pericolo di estinzione. Tuttavia, è stata rilevata la sua particolare importanza per la ricerca scientifica e si spera che questo possa contribuire alla sua conservazione. Dall’osservazione nel corso degli anni di alcuni individui di questa specie e dall’ascolto dei suoni che si inviano reciprocamente (i cosiddetti rombi, o “rumble”, che i ricercatori definiscono “un suono armonicamente ricco, a bassa frequenza, che è individualmente distinto”) gli scienziati credono che gli elefanti di savana utilizzino suoni simili a quelli che per gli umani sono nomi propri, inviando messaggi rivolti a singoli individui della specie, un fatto finora unico nel mondo animale se si esclude l’uomo.
La ricerca è stata compiuta analizzando con l’intelligenza artificiale 469 suoni prodotti dagli elefanti e registrati fra il 1986 e il 2022, appunto i cosiddetti rombi, diversi, perché più bassi e profondi, dai normali barriti che sono generalmente noti come verso caratteristico degli elefanti. L’intelligenza artificiale ha saputo riconoscere il 27 per cento dei destinatari di questi rombi. I ricercatori si sono concentrati ad esempio su due femmine, Margaret e Donatella, facendo loro riascoltare la registrazione di messaggi che erano stati loro inviati in precedenza da altri elefanti e osservando che la loro reazione era molto più pronta rispetto a quella degli altri esemplari presenti. I nomi personali sono una caratteristica del linguaggio umano, in altre specie ne esistono pochi analoghi: ad esempio i delfini e i pappagalli, che imitano i richiami del destinatario, ma i nomi umani non sono imitazioni dei suoni emessi dall’individuo nominato. “Etichettare oggetti o individui senza basarsi sull’imitazione dei suoni emessi dal referente – affermano gli autori della ricerca, appartenenti alla Colorado State University e alle associazioni Save the Elephants e ElephantVoices – espande fortemente il potere espressivo del linguaggio. Pertanto, se venissero trovati analoghi di nomi non imitativi in altre specie, ciò potrebbe avere importanti implicazioni per la nostra comprensione dell’evoluzione del linguaggio”. La ricerca, pubblicata sul sito della rivista Nature, presenta prove che gli elefanti africani di savana si rivolgono l’un l’altro con richiami specifici individuali, probabilmente senza basarsi sull’imitazione del ricevente. Inoltre, gli elefanti rispondono in modo differente alle riproduzioni di richiami originariamente indirizzati a loro rispetto ai richiami indirizzati a un individuo diverso. “Le nostre scoperte – concludono i ricercatori – offrono prove del fatto che gli elefanti si rivolgono individualmente ad altri membri della loro specie. Suggeriscono inoltre che, a differenza di altri animali non umani, gli elefanti probabilmente non si affidano all’imitazione dei richiami del ricevente per rivolgersi l’uno all’altro”.