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Info tecniche - Linear Apparecchi acustici
22022
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INFO TECNICHE.

Informazioni e consigli qualificati di professionisti per affrontare l’ipoacusia con maggiore sicurezza.

“Credo molto negli sviluppi dell’intelligenza artificiale. Secondo voi potrebbero esserci importanti traguardi futuri applicandola agli apparecchi acustici?”

Risponde l’Ingegnere Sara Sansalone (Ricerca e sviluppo Linear)

Si, l’applicazione dell’intelligenza artificiale (AI) al mondo degli apparecchi acustici, potrebbe avere un effetto migliorativo sulla qualità del suono, in quanto l’apprendimento continuo, che è alla base dell’ AI, potrebbe migliorare l’esperienza d’ascolto, distinguendo meglio tra rumori e parlato.

Inoltre, aiuterebbe a creare dei set personalizzati di regolazione, adattando in tempo reale le impostazioni degli apparecchi acustici.

 

“Mi spiegate che differenza c’è tra controllo audiometrico tonale e vocale?” 

 Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

Un controllo audiologico completo si ottiene eseguendo l’esame audiometrico tonale e vocale.

Il test tonale indaga quanto la persona SENTE e che tipo di perdita uditiva ha (trasmissiva, mista, neurosensoriale). Consiste nel far ascoltare suoni di frequenze diverse in via aerea (da 125Hz a 8000Hz) e in via ossea (da 250Hz a 4000Hz) determinandone la minima udibilità.

Le stesse frequenze vengono poi proposte a volumi alti per ottenere la soglia del fastidio, cioè l’intensità massima di suono che si può sentire senza dolore. I due limiti, di minima e massima udibilità, determinano il campo dinamico uditivo della persona.

L’esame vocale invece indaga quanto e come la persona CAPISCE. Consiste nel far ascoltare liste di parole bisillabiche o frasi a volumi diversi, determinando così la curva di intelligibilità; questa evidenzia l’andamento della corretta comprensione all’aumentare del volume.

 

“Per collegare i miei apparecchi acustici alla tv e al telefono quali strumenti occorrono?”

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

Prima di tutto gli apparecchi acustici devono essere modelli predisposti al collegamento TV e cellulare.

Gli strumenti che occorrono sono una “collana” bluetooth ed eventualmente un trasmettitore-ricevitore wireless da collegare alla TV.

“Porto da poco protesi per ipoacusia media, ma perché quando parlo sento la mia voce diversa?”

 Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

È normale che la propria voce risulti differente con gli apparecchi acustici. L’effetto che si prova è simile alla voce che si ascolta quando è registrata, quasi nessuno la riconosce o la sente identica alla sua “naturale”. Questo perché si è abituati sin dalla nascita a percepire la propria voce prevalentemente attraverso il corpo; in particolare, attraverso la tuba d’Eustachio le vibrazioni delle corde vocali e della laringe arrivano all’orecchio medio facendo vibrare gli ossicini e il timpano.

Bisogna poi tenere conto che con gli apparecchi acustici l’udito viene “corretto”, voci che per esempio sono deboli in frequenze acute, venendo compensate dalla regolazione risultano squillanti e più aperte, in alcuni casi quasi metalliche.

“Vorrei provare i test dell’udito online: sono affidabili?”

 Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

Di solito i test dell’udito disponibili online sono test di autovalutazione dell’ascolto e della comprensione che la persona percepisce di avere in situazioni silenziose e rumorose.

La persona che effettua il test deve rispondere a domande sulla difficoltà che riscontra in varie situazioni (casa, lavoro, ristorante, ecc.) valutandola con un punteggio da un minimo ad un massimo.

In base al punteggio finale ottenuto può essere eventualmente consigliato di approfondire il proprio quadro uditivo eseguendo esami audiologici professionali presso centri audioprotesici. È importante infatti sapere che i test online non possono sostituire quelli eseguiti da medici e audioprotesisti.

 

“Come faccio a capire se l’apparecchio acustico si sta scaricando?” 

 Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

Quando stanno per scaricarsi le batterie, gli apparecchi acustici emettono un avviso sonoro, che può essere regolato in volume e tipologia in base alle esigenze del portatore. Passato qualche minuto dall’avviso, gli apparecchi si spengono.

 

 “Vorrei sapere la differente resa uditiva tra impianti cocleari e apparecchi acustici.”

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

A differenza degli apparecchi acustici l’impianto cocleare permette di recuperare bene anche le frequenze acute. Nonostante ciò la qualità uditiva tra le due modalità protesiche è competitiva, tant’è vero che oggigiorno la pratica standard per la gestione clinica dei bambini e degli adulti che ricevono impianti cocleari monolaterali prevede la stimolazione bimodale con apparecchio acustico controlaterale.

Diversi studi hanno infatti riportato positive testimonianze da parte di portatori di impianto cocleare e apparecchio acustico nella vita quotidiana, riferendo “naturalezza” della musica e qualità del parlato (chiarezza e distinzione delle voci), contribuendo ad una maggior facilità di comunicazione e maggior sicurezza, soprattutto nei bambini.

 

“Con un’ipoacusia bilaterale medio-grave è più facile capire la voce femminile o quella maschile?” 

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

In generale le voci maschili, ricadendo in un range di frequenze tendenzialmente medie e medio-basse, sono più facili da comprendere, al contrario di quelle femminili.

La facilità, o meglio, la minor difficoltà nel capire una voce rispetto ad un’altra dipende non solo però dalle frequenze che la caratterizzano ma dal volume della stessa. Nello specifico, con una ipoacusia con perdita medio-grave può essere difficile capire tutte le voci, indipendentemente dal timbro maschile o femminile.

 

“Il mio audioprotesista mi ha consigliato protesi retroauricolari. Ma io porto già occhiali da vista: si conciliano con le protesi dietro l’orecchio?”.

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

L’uso di apparecchi retroauricolari è sconsigliato ai portatori di occhiali per motivi di praticità. Tuttavia se il suo audioprotesista di riferimento le ha consigliato il modello retroauricolare è perché probabilmente ha valutato oltre al quadro audiologico anche la tipologia dei suoi condotti uditivi. Può darsi, infatti, che questi non permettano un’ottimale protesizzazione per motivi dimensionali o abbia valutato il suo grado di manualità nel maneggiare oggetti piccoli, pile comprese.

Se crede, può parlarne con il suo audioprotesista e chiedere le motivazioni della scelta.

 

“Per la mia ipoacusia medio-grave devo scegliere tra apparecchi acustici retroauricolari o endoauricolari. A parità di performance, darei priorità a quelli più pratici e longevi. Quali mi suggerite?”

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

Gli apparecchi acustici endoauricolari sono più pratici nelle dimensioni, nell’indosso e nell’utilizzo di tutti i giorni. Essendo infatti completamente interni, non danno fastidio a chi indossa occhiali, caschi da moto o da bici, berretti/cappelli… La qualità d’ascolto è ottima e la pulizia è comunque facile da gestire.

Non ci sono invece particolari differenze tra endo e retro dal punto di vista della longevità che dipende dalla manutenzione giornaliera o comunque periodica dei dispositivi e dalla tecnologia del modello scelto.

 

Ho letto che i vostri nuovi apparecchi Evo dispongono di 8 memorie. A cosa servono tutte?”.

 Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

I modelli EVO hanno la possibilità di attivare fino a 8 memorie, cioè programmazioni per 8 diverse esigenze d’ascolto.

In generale le memorie vengono attivate per la musica, per fluttuazioni uditive periodiche in soggetti affetti da sindrome di Meniere, da allergie e da acufeni.

 

“Cosa posso fare se l’apparecchio acustico mi cade nella sabbia?”

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

Innanzi tutto bisogna togliere la sabbia dal guscio strofinandolo delicatamente con un panno o fazzoletto. Solo a questo punto si può verificare che non ci siano granelli nel microfono, nel filtrino e nel vano pila (se aperto con la caduta). Se tutto risulta pulito si può riporre l’apparecchio acustico nell’apposito contenitore per effettuare successivamente una pulizia più accurata con un panno e qualche goccia di alcol (da mettere SOLO sul panno) e cambio del filtrino una volta arrivati a casa.

Contrariamente, occorre riporre l’apparecchio nel contenitore in attesa di portarlo al più presto al centro d’assistenza audioprotesico, che effettuerà la pulizia e il controllo per verificare eventuali danni.

“Mi chiedo se oggigiorno ha ancora senso acquistare apparecchi acustici a pile: non è meglio sceglierli ricaricabili?”

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

Non si tratta se abbia senso o meno, bensì di come si preferisca gestire gli apparecchi acustici nella vita di tutti i giorni.

Nel modello a pila, questa deve essere cambiata in media 1 o 2 volte alla settimana a seconda del tipo di pila, delle ore di utilizzo e della potenza erogata. Quando si scarica la pila, la si cambia e si può riprendere immediatamente l’uso dell’apparecchio acustico.

Il modello ricaricabile deve essere ricaricato ogni 24/28 ore e quando si scarica prevede un tempo di ricarica di qualche ora durante il quale non ne è possibile l’utilizzo.

Quindi, mentre con il primo modello basta avere le pile di scorta con sé, con il secondo bisogna sapersi gestire i tempi di scarica e ricarica per non trovarsi in difficoltà nei momenti meno opportuni (lavoro, scuola, tempo libero…). Nonostante l’apparente vantaggio della riconducibilità, in generale, le persone optano per i modelli a pila.

“Vorrei sapere come funziona l’adattatore ambientale dei vostri nuovi apparecchi acustici”

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

I nostri nuovi modelli di apparecchi acustici prevedono l’attivazione del riconoscimento ambientale acustico. Nello specifico riconoscono situazioni di: parlato, rumore, parlato nel rumore e infine musica.

Opportunamente programmati per ciascuna tipologia ambientale, gli apparecchi riconoscendo il passaggio da una all’altra situazione acustica si predispongono automaticamente a fornire l’ascolto più corretto per ciascuna di esse permettendo in tal modo un’ottimale comprensione.

“Mi hanno diagnosticato un’ipoacusia bilaterale media e dovrei portare le protesi. Quale modello tra endo e retro mi aiuterebbe meglio al telefono?”

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

In generale il modello endoauricolare è più comodo in tante situazioni e modalità d’ascolto. Avendo il microfono ubicato all’interno del condotto, l’endoauricolare permette un posizionamento più naturale del telefono al padiglione auricolare.

Mediante un apposito ciondolo a collana si può inoltre collegarlo via bluetooth a dispositivi predisposti come cellulari e tv.

“Anche in auto posso connettere gli apparecchi acustici al mio smartphone?

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

Gli apparecchi acustici possono essere connessi allo smartphone anche in auto, mediante l’apposito dispositivo da indossare.

“Sono curioso di sapere la durata di un valido apparecchio acustico..

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

La durata di un apparecchio acustico dipende non solo dalla validità tecnologica ma anche dalla reperibilità dei componenti elettronici, che nel corso degli anni usurandosi devono essere sostituiti, e dal corretto utilizzo da parte di chi li indossa.

In generale si può stimare una durata media di 5 anni.

Una corretta e periodica manutenzione degli apparecchi acustici unita a controlli specifici almeno semestrali presso i centri acustici, possono allungare il periodo vitale fino anche a 7-8 anni

Ho sentito parlare del TROVA VOCE sulle vostre protesi, cos’è?”

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta

Il TrovaVoce è un algoritmo che analizza costantemente nel tempo il rapporto rumore/voce e riconosce quando e quanto predomina il rumore sul parlato. Quando ciò accade il TrovaVoce agisce ribilanciando il rapporto in favore della voce, attenuando il rumore.

 

 OGGETTO: “Chiedo che differenza c’è tra l’audiometria tonale e quella vocale. Cosa indica ciascuna?

Risponde l’audioprotesista Dott.ssa Francesca Quaranta

L’audiometria tonale consiste nel definire il livello minimo di udibilità dell’individuo sotto esame, proponendogli l’ascolto di una serie di suoni, generalmente toni puri (frequenze).

L’audiometria vocale consiste invece nel definire l’intelligibilità della persona, cioè la sua qualità di comprensione, proponendogli l’ascolto di parole (bisillabiche con/senza senso) o frasi.

In sintesi, con il primo esame si stabilisce quanto si sente, con il secondo quanto si capisce.

 

• Oggetto del messaggio: TV e conversazioni

“Da un anno mia madre 80enne alza il volume della tv per sentire meglio, invece nelle conversazioni sente bene. Com’è possibile?”

Risponde l’audioprotesista Dott.ssa Francesca Quaranta

Sua madre probabilmente comincia a manifestare una ipoacusia di entità tale da non influire ancora significativamente sulla conversazione a tu per tu, ma tale da palesarsi in altre situazioni di ascolto come appunto la tv.

In particolare, la difficoltà di comprensione della tv può essere legata anche a molteplici fattori quali la tipologia del dispositivo stesso e la qualità delle relative casse acustiche, la sua ubicazione nella stanza (in particolare dal muro e/o nel mobile), dalla grandezza della stanza stessa e dalla distanza dal punto di visione (maggiore di 2 metri circa).

Sarebbe consigliabile sottoporre sua madre ad un controllo audiometrico in un centro acustico per capire se effettivamente sussiste anche un problema di ipoacusia.

 

• Oggetto del messaggio: Cabina Silente

Buongiorno, ho saputo che disponete di una cabina silente all’avanguardia. In cosa consiste e che vantaggi dà?

Risponde lo Staff Linear

Linear dispone, per la precisione, di una camera semi-anecoica cioè una stanza strutturata appositamente per ridurre il più possibile la riflessione del suono grazie a forme particolari e all’uso di materiali fonoassorbenti sulle pareti e in parte sul pavimento.

Grazie al notevole abbattimento del rumore circostante per assenza di riflessione, questa particolare camera è adibita all’esecuzione di test audiometrici, i suoni risultano così molto più puliti e complessivamente permette un maggior livello di concentrazione della persona sotto test che riesce quindi a fornire risposte più attendibili.

 

• Oggetto del messaggio: Marche di pile: differenze?

Ci sono differenze tra le marche di pile per apparecchi acustici? Porto le vostre protesi digitali retroauricolari di ultima generazione e ho provato due marche di pile diverse: una mi ha dato l’impressione che dura meno dell’altra. E’ possibile o dipende da altri fattori?

Risponde l’audioprotesista Dott.ssa Francesca Quaranta

Tutte le pile in commercio garantiscono ottime prestazioni, senza rilevanti differenze tra una marca e l’altra.
La durata della pila dipende invece da diverse variabili, come il numero di ore giornaliere di utilizzo, l’ambiente più o meno rumoroso a cui sono sottoposti gli apparecchi acustici e la potenza erogata dagli stessi sulla base dell’entità dell’ipoacusia: la gestione del rumore ambientale effettuata dagli apparecchi acustici e una maggiore potenza di erogazione comportano infatti un maggiore consumo della batteria.

• Oggetto del messaggio: Pile che durano poco: caldo o no?

Salve,
usufruisco degli apparecchi acustici interni, credo della 1°-2° generazione. Di recente ho notato che le pile PowerOne 10 durano neanche 3 giorni a coppia. Cioè nel giro di una settimana un pacchetto da 6,00 € in farmacia viene finito. Da cosa può dipendere? Dal caldo? Gli apparecchi, faccio notare che sono sempre dentro la scatola con i granuli anti-umidità.
Grazie, cordialmente

Risponde Michele Ricchetti, ingegnere Linear

L’estate non è il miglior periodo per le pile. È meglio tenerle in frigo o in un posto fresco il più possibile, e quando si acquistano verificare che la data di scadenza non sia prossima.

• Oggetto del messaggio: Quali protesi scegliere

Mi è stato riscontrato un pb uditivo ad entrambi i lati.
Dovrei indossare delle protesi e qui viene il bello. In tutti i centri acistici cui sono andato mi hanno consigliato i retroauricolari digitali wireless dato che sono meno delicati degli endo e necessitano di meno manutenzione. Poi mi hanno detto che gli endo potrei metterli ma anche se il pb è lieve (sento dai 40 db in poi ) applicando gli endo perderei alcune gamme di suoni.
1)È vero che gli endo sono delicati?
2) Che tipo di manutenzine necessitano?
3) Hanno limitazioni nella campionatura dei suoni?
4) la ricezione degli endo è a 360 gradi , ovvero hanno limitazioni nel riconoscere i suoni provenienti da dietro?

Risponde Michele Ricchetti, ingegnere Linear

GIi endoauricolari possono compensare sordità profonde (fino a 100-110 dBHL), non sono più delicati dei retroauricolari (la componentistica elettronica è la stessa!) ma semplicemente hanno bisogno di una “cura” quotidiana, in quanto tutte le componenti elettro-meccaniche sono posizionate all’interno del condotto uditivo.
Ogni sera prima di andare a dormire, si tolgono e si puliscono con un panno, si posizionano in un contenitore e si riprendono al mattino seguente.

Dal punto di vista funzionale, l’endoauricolare è quanto di meglio sia presente sul mercato degli apparecchi acustici. Il microfono dell’endoauricolare, al contrario del retroauricolare, è posizionato nella migliore posizione possibile, cioè all’ingresso del canale udito. Questo permette di sfruttare il padiglione auricolare (il padiglione auricolare insieme alle due orecchie permette la localizzazione dei suoni, che facilita la discriminazione nel rumore).

La ricezione a 360 gradi dell’endoauricolare è simile a quella di una persona normoudente. Il retroauricolare tratta i suoni provenienti da ogni direzione allo stesso modo (il microfono è sopra al padiglione auricolare) non aiutando il portatore a capire da dove arrivano i suoni, paradossalmente con il retroauricolare si sentono quasi più i suoni posteriori di quelli anteriori!
Infine dal punto di vista dell’elaborazione di suoni, gli apparecchi endoauricolari sono costruiti con gli stessi componenti dei retroauricolari, e quindi hanno gli stessi pregi e difetti. I nostri apparecchi acustici campionano a 32KHz a 24 bit per campione.

• Oggetto del messaggio: Endoauricolari senza pile?

Ho saputo che è in corso un progetto italo-americano per realizzare tra non molto un impianto cocleare “invisibile”, ovvero tutto dentro la testa, senza componenti esterne. Questo impianto, da quello che ho letto, si dovrebbe alimentare con l’energia prodotta dal movimento del corpo, quindi senza bisogno di collegare fonti di alimentazione esterne (batterie).
Mi chiedevo e vi chiedo se lo stesso principio sia applicabile agli endo auricolari, in modo da eliminare la necessità della batteria…
Grazie della risposta

Risponde Michele Ricchetti, Ingegnere Linear

Non sono a conoscenza del progetto e ho qualche perplessità su questa soluzione tanto radicale. Una batteria ci deve essere…
Le più avanzate ricerche scientifiche sulla ricarica di dispositivi mobili si concentrano sull’energia prodotta camminando: sembra che speciali scarpe “modificate” permettano di “catturare” l’energia dei nostri passi per poter ricaricare una batteria, questo grazie a una soletta contenente un liquido che utilizza il “Reverse Electrowetting”, ovvero un fenomeno che riguarda la tensione molecolare (di coesione) di un liquido rispetto a un’altra superficie.
Nel caso di un piede in movimento, il disallineamento di alcune minuscole particelle di liquido, poste nella suola, consente la generazione di corrente immagazzinabile e riutilizzabile.

La camminata sembra quindi essere il sistema più efficace per produrre energia. Purtroppo i nostri piedi sono distanti dall’orecchio!

Comunque non escludo che questi sistemi di ricarica, sia per dispositivi mobili che per apparecchi acustici, possano diventare realtà nell’arco di qualche anno, considerando la tendenza alla mobilità. Ci sono molte ricerche su come rendere tecnologici i capi di abbigliamento, ad esempio sono allo studio fibre che permettono a un capo di vestiario di diventare un’antenna!

• Oggetto del messaggio: Pulizia degli apparecchi

Buongiorno, da un mese porto due endoauricolari: quando alla sera li tolgo, spesso noto delle incrostazioni di cerume sulla punta. Cosa devo usare per toglierlo senza rovinare gli apparecchi?

Risponde l’audioprotesista Linear

Il consiglio è di pulire il guscio dell’apparecchio con carta casa (o un panno) imbevuta leggermente di alcool e lasciare asciugare. Le consiglio di verificare la pulizia del filtro paracerume e nel caso sia sporco di sostituirlo.

• Oggetto del messaggio: Pile di marche diverse

Ci sono differenze tra le marche di pile? Porto le vostre protesi digitali retroauricolari di quinta generazione e ho provato due marche di pile diverse, una mi ha dato l’impressione che dura meno dell’altra. E’ possibile o dipende da altri fattori?

Risponde lo Staff Linear

Pile di marca diversa hanno un aspetto esterno uguale, quindi possono essere utilizzate in qualsiasi apparecchio che accetta quella misura di batteria. Le diversità si evidenziano solo nel comportamento durante l’utilizzo: ci possono essere pile che “durano” poco perché hanno una minore capacità, altre che non riescono, pur avendo l’energia, a fornire una corrente di picco per far funzionare l’apparecchio acustico in situazioni particolari.
Quindi una buona pila deve avere sia una elevata capacità (per permettere una lunga durata) sia la capacità di fornire tutta l’energia che richiede l’apparecchio (questo migliora la qualità dell’ascolto).
Da notare che come gli alimenti anche le batterie hanno una scadenza: è consigliabile comprare le batterie in punti vendita che hanno un grosso volume di vendita, in modo da avere le pile “fresche”. L’invecchiamento della pila produce sicuramente una diminuzione della durata della pila stessa.