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Sordità bambini - Linear Apparecchi acustici
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SORDITÀ BAMBINI.

Informazioni e consigli qualificati di professionisti per affrontare l’ipoacusia con maggiore sicurezza.

“A mio figlio di 6 anni hanno diagnosticato un’ipoacusia lieve bilaterale, ma non ha grossi problemi. Se non usa le protesi potrebbe peggiorare nel tempo?”

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta:

L’ipoacusia generalmente non rimane stabile ma peggiora via via col tempo. Non è consigliabile aspettare ad intervenire nella correzione del deficit uditivo, seppur lieve, soprattutto in giovanissima età perché protesizzare suo figlio ora darà non solo risultati ottimali ma stimolando il suo sistema uditivo ne preserverà a lungo la qualità cognitiva.

 

• Vorrei sapere se gli apparecchi endoauricolari vanno bene anche per sordità di medio livello in bambino di 8 anni.

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta:

In generale anche i bambini di questa età possono essere protesizzati con modelli endoauricolari. Si dovrà però verificare se la morfologia e la grandezza dei canali uditivi siano già in grado di poter “ospitare” apparecchi endoauricolari anche in relazione al grado di perdita uditiva.

• Se un bambino piccolo è sordo e senza coclee si può protesizzare?

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta:

La completa mancanza delle coclee può rientrare in quei rari casi in cui si indica l’impianto al tronco encefalico. Questo dispositivo stimola direttamente il sistema nervoso centrale per mezzo di correnti elettriche. È costituito da una parte esterna ed una interna alla testa, con elettrodi di stimolazione posizionati su un foglio sottile di silicone di alcuni millimetri. I risultati che si possono ottenere con un impianto al tronco sono però limitati, si può riuscire a riconoscere la presenza o meno di un suono ma non la distinzione tra un suono ed un altro e ancor più difficile è raggiungere il riconoscimento delle parole.
In generale si ricorre all’impianto al tronco solo se non ci sono alternative ed è comunque approvato per pazienti non più giovani di 15 anni d’età.

 

• Da pochi mesi ho l’impianto cocleare da una parte e la protesi dall’altra. L’udito nell’orecchio con la protesi potrebbe peggiorare se non la porto?

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta:

In una situazione di ipoacusia bilaterale si consiglia sempre la stimolazione di entrambe le orecchie affinché l’ascolto sia il più possibile equilibrato e stereofonico e perché il cervello continui a lavorare con entrambe.  In caso contrario, infatti, il cervello col tempo si dedicherebbe a lavorare con l’orecchio maggiormente stimolato (nel suo caso l’orecchio con l’impianto), rischiando di impigrire l’altro aggravandone la condizione uditiva. Nel suo caso si consiglia di non smettere la stimolazione uditiva con la protesi auricolare.

• A volte la sordità viene indicata in percentuale. Perché?

Risponde la dott.ssa Francesca Quaranta:

L’entità di un’ipoacusia viene espressa in decibel (dB) ma la si esprime in percentuale (%) nelle procedure di invalidità. Esistono particolari formule per calcolare la percentuale di sordità e non c’è corrispondenza tra decibel e percentuale, cioè, una valutazione di sordità del 50% non corrisponde ad una perdita di udito di 50dB.

• Oggetto del messaggio: Bambino 1 anno e mezzo

Mio figlio (1 anno e mezzo) ha una profonda sordità neurosensoriale bilaterale e porta protesi digitali con cui risponde benino, ma vorremmo che potesse sentire meglio, anche per il suo futuro… L’impianto cocleare è l’unica alternativa?

Risponde l’audioprotesista Dott.ssa Francesca Quaranta:

Buongiorno,
la situazione di vostro figlio è molto delicata e non ho molti elementi per potervi dare una risposta del tutto esauriente. L’impianto cocleare prevede un’operazione chirurgica che come tale comporta dei rischi, anche notevoli, tra cui il rigetto.
Dite che il bimbo risponde benino alla stimolazione con gli apparecchi acustici, il consiglio che mi sento quindi di dare se non siete pienamente soddisfatti o convinti dell’attuale rendimento audiometrico di vostro figlio è di provare eventualmente con altri modelli di apparecchi acustici e/o con regolazioni diverse degli stessi.
L’impianto cocleare lo terrei come ultima possibilità.

• Oggetto del messaggio: Ipoacusia e gravidanza

Ho 32 anni e sono affetta fin da piccola da una grave ipoacusia neurosensoriale.
Da pochissimo ho scoperto di aspettare un bambino… Ma oltre a provare tanta gioia, sono anche seriamente preoccupata che la gravidanza possa peggiorare la mia ipoacusia.

Risponde l’audioprotesista Dott.ssa Francesca Quaranta:

In veste di audioprotesista posso solo suggerirle di effettuare dei controlli audiometrici durante e dopo la gravidanza per verificare eventuali cambiamenti uditivi. Suggerisco inoltre di parlare con un medico otorinolaringoiatra che potrà fornirle chiarimenti specifici.

• Oggetto del messaggio: Bambina con ipoacusia trasmissiva

Ho una nipotina di 14 mesi alla quale è stata riscontrata una ipoacusia trasmissiva di media entità. Sono molto preoccupata, è vero che dovrà sempre portare le protesi e avrà problemi a parlare in modo normale? Grazie per la risposta.

Risponde l’audioprotesista Dott.ssa Francesca Quaranta:

L’argomento di cui Lei accenna è molto delicato. Ho pochi elementi riguardanti la situazione clinica di sua nipote per poter dare risposte esaustive. In generale posso dire che casi come il suo prevedono l’applicazione di particolari apparecchi acustici a trasmissione ossea, oppure di tipo inizialmente retroauricolare date le piccolissime dimensioni dei condotti uditivi e successivamente, in età adolescenziale, di tipo endoauricolare.

A seconda del caso i medici specialisti valutano la possibilità di operare intervenendo sulla catena ossiculare o sul timpano.
Indipendentemente dal tipo di soluzione, intervento chirurgico e/o applicazione protesica, nei casi di ipoacusia infantile è fondamentale agire il prima possibile (fase pre verbale) proprio per non privare il bambino di tutti quegli stimoli sonori fondamentali per l’apprendimento verbale.
È inoltre previsto un affiancamento logopedico proprio per ottimizzare il complessivo processo di verbalizzazione.
Diversi bambini nella condizione di sua nipote hanno acquisito un apprendimento verbale pressochè normale, alcuni studiano lingue, altri vanno all’università con successo. Non si sfiduci!

• Oggetto del messaggio: Musicoterapia

Sono la mamma di Cinzia, una bimba di 3 anni e mezzo nata quasi completamente sorda per cause sconosciute. Ha qualche buon giovamento dalle protesi, fa logopedia e riesce a farsi capire. Ho sentito parlare di musicoterapia per bambini sordi e la cosa mi ha molto incuriosita. Domanda: quali benefici concreti potrebbe dare a mia figlia?

Risponde Giulia Cremaschi Trovesi, Fondatrice del modello Musicoterapia Umanistica

Cara signora,
quando parlo di musica con i bambini sordi parlo di ascolto. Come può, riesce ad ascoltare un bambino sordo?
La risposta dipende da tanti aspetti della sua vita. La vita è relazione con il mondo (le cose della vita quotidiana), con le persone, con se stessi.
Ascoltare, per tutti noi, non passa solo dalle orecchie ma investe, attraverso la risonanza (fenomeno studiato dalla fisica acustica), tutto il corpo. Ecco il perchè all’utilizzo di un pianoforte a coda, al lasciare che il bambino sordo scopra che le onde sonore attraversano il suo corpo stando disteso sulla cassa armonica dello strumento.
Dove si nasconde il problema? Nel fatto che nel nostro paese ci sono pochissimi professionisti capaci di guidare un bambino sordo verso l’ascolto.
La invito a guardare il nostro sito web.