Il canto degli uccelli e il linguaggio degli esseri umani hanno più punti in comune di quanto non si pensasse in passato. Lo sottolinea un articolo del giornale statunitense “Knowable Magazine”, che fa il punto sulla ricerca in questo campo. Si stima che l’ultimo antenato comune fra uccelli e umani sia vissuto 300 milioni di anni fa, eppure si è scoperto che i due gruppi hanno circuiti cerebrali per l’apprendimento simili. Molto più simili rispetto a esseri umani e altri primati, pur essendo questi ultimi parenti più vicini ma che tuttavia non hanno le capacità vocali degli uccelli e degli uomini. Secondo il neuroscienziato Erich Jarvis, dell’università Rockefeller di New York, queste potenzialità si sono evolute in modo indipendente negli uccelli rispetto all’uomo. Le parti del cervello che vi presiedono sono costruite da un circuito cerebrale adiacente che controlla l’apprendimento di alcuni movimenti. In pratica, si sono evoluti in maniera simile grazie a una duplicazione del percorso motorio circostante. E così, spiega ancora Jarvis, gli uccelli che imparano i suoni vocali e gli esseri umani hanno questi rari circuiti cerebrali simili che gli permettono di imparare e imitare un suono.