Un’accoppiata formidabile quella tra luce e onde sonore: in un prossimo futuro la combinazione potrebbe rivoluzionare le prestazioni dei computer, rendendoli ancora più veloci ed efficienti.
Il gruppo di studio guidato dall’Istituto tedesco Max Planck per la Scienza della Luce di Erlangen ha appena pubblicato sulla rivista Nature una ricerca in cui la luce è stata utilizzata per produrre onde sonore temporanee in fibre ottiche super-sottili, le stesse che da tempo sono utilizzate a livello globale per le connessioni Internet veloci. Dai primi esperimenti di trasformazione di onde di luce (fotoni) in onde sonore (fononi), era risultato che i fotoni viaggiano sin troppo velocemente all’interno dei circuiti del microchip, tanto che risulta impossibile salvarli e processarli. Sono necessarie delle contromisure per riuscire a rallentare il flusso dei dati il tempo necessario ad analizzarli. Le reti neurali ottiche, cioè basate sulla luce anziché su segnali elettrici, consentono di gestire grandi volumi di dati con elevata velocità ed efficienza energetica, ma l’innovazione chiave, in questo caso, starebbe nel collegare le informazioni ottiche alle onde acustiche. Queste ultime rimangono infatti nella fibra ottica più a lungo rispetto alla luce e possono quindi intervenire in tutte le operazioni successive svolte dalla rete. “I risultati della nostra ricerca pioneristica– hanno detto i ricercatori – svilupperà l’uso delle onde sonore per controllare le reti neurali ottiche, con un grande potenziale di sviluppo di nuovi approcci nel calcolo fotonico”.