La sesta edizione della Settimana mondiale del cervello si è svolta in Italia dal 14 al 20 marzo 2016, a cura della Società Italiana di Neurologia (SIN): sei giorni di incontri e dibattiti divulgativi sulle frontiere delle neuroscienze, in particolare sulle novità in tema di malattie neurodegenerative. Si è parlato di memoria, linguaggio, capacità plastiche del cervello, in tante sedi diverse, sparse nella Penisola. In uno di questi appuntamenti, a Roma, gli esperti dell’Università di Tor Vergata hanno lanciato un appello: “Una perdita di udito importante a una certa età può comportare un’alterazione delle condizioni a livello cerebrale; così hanno rivelato alcuni recenti studi funzionali: a cominciare dai 65-70 anni, se la perdita di udito supera la soglia i 25 decibel, bisogna correre ai ripari.”
Utilizzare in maniera tempestiva gli apparecchi acustici aiuterebbe quindi a preservare le capacità cognitive del cervello? “Tutto quello che sentiamo nell’ambiente esterno –hanno spiegato i medici intervenuti- viene elaborato dal cervello provocando emozioni. Infatti, una delle manifestazioni delle malattie neurodegenerative è la perdita dell’emotività. Va da sé dire, quindi, che quando diminuiamo la capacità di ascoltare riduciamo anche la funzionalità cerebrale, perché molte zone del cervello vengono attivate in maniera ridotta“.