Uno studio dell’università britannica di Newcastle ha fatto nuove interessanti scoperte riguardo alla misofonia, il disturbo di origine neurologica per cui alcune persone non riescono a tollerare certi suoni quotidiani, come a esempio la masticazione, il respiro o il tamburellare con le dita. Le persone affette da misofonia, secondo la ricerca, mostrano una maggiore connessione fra la parte del cervello che processa i suoni e la parte della cosiddetta corteccia pre-motoria che gestisce i movimenti dei muscoli della bocca e della gola. In pratica, quando viene attivato uno dei rumori che innescano il disturbo, queste persone attivano la parte del cervello da cui partono i movimenti di gola e bocca, in maniera più accentuata.
“Ipotizziamo – ha detto Sukhbinder Kumar, neuroscienziato dell’università di Newcastle – che nella misofonia il rumore scatenante attivi l’area motoria anche se le persone stanno soltanto ascoltando. Le fa sentire come se il suono fosse un elemento di disturbo al loro interno”. Kumar e i suoi colleghi pensano che il rumore attivi il cosiddetto sistema dei neuroni specchio. In alcuni casi si raggiunge una forma di sollievo replicando il suono, forse perché, si ipotizza, questo permette di riacquistare il controllo sulle sensazioni che si provano. Se lo studio sarà confermato, potrà aiutare a trovare soluzioni per un malessere che in forma lieve riguarda nel Regno Unito il 12 per cento della popolazione e in forma grave lo 0,3 per cento.