Fraintendere le parole, capire il classico “fischi per fiaschi”, non dipende solamente dalla salute delle nostre orecchie o dal rumore di fondo che disturba la comprensione. Nell’ascolto entrano in gioco altri meccanismi: sia le nostre aspettative su quello che potremmo sentire (aspetto psicologico), sia un fenomeno neurologico inedito. Alle incomprensione contribuisce infatti anche la ridotta attività di un circuito cerebrale situato nel solco temporale superiore dell’emisfero sinistro, che ha un ruolo preciso nell’elaborazione dei suoni del discorso. Il meccanismo è specificamente dedicato a cercare le differenze sonore fra ciò che ci aspettiamo e lo stimolo uditivo in arrivo. Quest’ultimo processo è stato scoperto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge e i risultati pubblicati da pochi giorni sul “Jornal of Neuroscience”.