Sulla rivista scientifica “Proceedings of the Royal Society B”, è stato pubblicato un nuovo articolo sulla comunicazione vocale nei pinguini, frutto di una collaborazione tra dipartimenti dell’Università di Torino (DBIOS e Scienze Veterinarie), Università Jean-Monnet (Francia), l’Università UWC (Sudafrica) e la Fondazione SANCCOB.
Secondo la ricerca, i pinguini hanno la capacità di riconoscersi l’uno dall’altro, anche ascoltando il timbro della voce, proprio come fanno gli esseri umani; lo studio, diretto dall’Università di Torino, è stato condotto in particolare sulla comunicazione acustica dei pinguini africani, giungendo a descrivere i meccanismi e le strutture anatomiche coinvolte nella produzione dei segnali vocali, evidenziando convergenze evolutive con i mammiferi e l’uomo. I ricercatori Livio Favaro e Anna Zanoli, utilizzando una combinazione di tecniche di diagnostica per immagini, modellistica computazionale e registrazioni dal vivo, hanno scoperto che i pinguini africani usano le risonanze dei condotti vocali per codificare nei segnali acustici le informazioni che permettono loro di riconoscersi individualmente. Si tratta di un meccanismo evolutivamente analogo a quello presente nei mammiferi e nell’uomo stesso, per riconoscersi dal timbro della voce. Specie monogama, fortemente territoriale, il pinguino africano è un modello ideale per lo studio: i richiami di contatto e i canti riproduttivi variano significativamente tra gli individui, permettendo loro di riconoscersi tra vicini di nido e membri di una coppia. Lo studio potrà contribuire allo sviluppo di sistemi di monitoraggio acustico passivo delle colonie in natura, utili per sviluppare sistemi di conservazione della specie: conoscere “la voce” di ciascun membro di una colonia sarebbe infatti importantissimo per valutare lo stato di salute della popolazione, fortemente minacciata di estinzione.