“La comunicazione sonora dei pesci è spesso trascurata, eppure essi costituiscono più della metà di tutte le specie di vertebrati viventi”, afferma Andrew Bass, professore di neurobiologia e comportamento alla Cornell University. “Probabilmente – prosegue Bass – sono stati trascurati perché i pesci non sono facilmente udibili o visibili e la scienza della comunicazione acustica subacquea si è concentrata principalmente su balene e delfini. Ma anche i pesci hanno voci”.
Bass ha collaborato a uno studio della Cornell University, coordinato da Aaron Rice, proprio sui suoni emessi dai pesci, intitolato “Evolutionary Patterns in Sound Production Across Fishes”, pubblicato sulla rivista “Ichthyology and Herpetology”.
Di cosa parlano i pesci? Più o meno le stesse cose di cui parliamo tutti: sesso e cibo. Rice spiega che emettendo suoni i pesci cercano di attirare un compagno, difendere una fonte di cibo o un territorio o far sapere agli altri dove si trovano. E fa notare anche che alcuni dei nomi comuni dei pesci si basano sui suoni che emettono, come l’haemulon plumierii, chiamato in inglese “grunt” (grugnito) o, della stessa famiglia, il pomadasys incisus, noto in italiano come “grugnitore bastardo”, oppure l’ombrina, chiamata in inglese “croaker” (gracchiante), o ancora il pesce trombettiere.
Rice intende continuare a monitorare la ricerca del suono nelle specie ittiche e aggiungere dati al suo crescente archivio, un progetto che ha iniziato 20 anni fa.
Gli autori dello studio da lui diretto hanno esaminato un tipo di pesci chiamati attinopterigi o pesci con pinne raggiate. Questi sono vertebrati (con una spina dorsale) che comprendono il 99% delle specie di pesci conosciute al mondo. Hanno scoperto 175 famiglie che rappresentano due terzi delle specie di pesci che comunicano – o che probabilmente comunicano – con il suono. Esaminando l’albero genealogico dei pesci, gli autori dello studio hanno scoperto che il suono era così importante che si è evoluto almeno 33 volte separate nel corso di milioni di anni.
“Grazie a decenni di ricerca di base sulle relazioni evolutive dei pesci, ora possiamo cercare di rispondere a molte domande su come si sono sviluppate diverse funzioni e comportamenti nelle circa 35.000 specie conosciute”, ha affermato il coautore William E. Bemis, professore di ecologia e biologia evolutiva. “Ci stiamo allontanando da un modo di pensare strettamente umano-centrico. Quello che impariamo potrebbe darci alcune informazioni sui driver della comunicazione sonora e su come continua a evolversi”.