Perché all’ascolto della canzone preferita alcune persone hanno i brividi e altre no? Se lo sono chiesto i ricercatori americani dell’University of Southern California, in collaborazione con altri studiosi dell’Università di Harvard e della Wesleyan University, in Connecticut.
Tramite un’indagine di “imaging” cerebrale, con cui si regista l’attività del cervello in maniera molto dettagliata e non invasiva, è risultato che avere la “pelle d’oca” per l’emozione quando si è in ascolto di una determinata musica è questione di fibre nervose cerebrali e la risposta emotiva forse dipende dalla loro quantità. In particolare se le connessioni tra la corteccia uditiva e le aree che elaborano le emozioni comunicano in maniera migliore, ecco che le nostre reazioni ci arrivano in maniera distinta, anche a livello fisiologico. Con una musica molto piacevole il sistema uditivo si unisce ai sistemi di emozione e di ricompensa del cervello: le aree in questione sarebbero (oltre alla corteccia uditiva) la corteccia insulare anteriore, coinvolta nei sentimenti e quella prefrontale mediale, che controlla le emozioni, assegnando loro un valore.
Rimane difficile sapere se questa raffinatezza possa essere appresa nel tempo oppure se dipenda in origine da un numero di connessioni più elaborate.