Uno studio americano, pubblicato nel luglio scorso su Jama Network Open, ha condotto un’indagine statistica sulla popolazione anziana degli Stati Uniti: ne è risultato che tra gli adulti, con età pari o superiore ai 71 anni, il 65,3% è afflitto da un qualche grado di ipoacusia (37% in forma leggera, 24% moderata, 4,2% grave). Tra queste persone l’utilizzo di ausili per l’udito raggiunge appena il 29%. I disturbi si manifestano in maniera prevalente tra la popolazione bianca, di genere maschile, con basso reddito e livello di istruzione scarso. Nelle persone con età pari o superiore a 90 anni, l’ipoacusia raggiunge il 96,2%.
La ricerca, che ha coinvolto 2.803 partecipanti, ha utilizzato i dati del National Health Aging and Trends Study (2021).
Da anni i disturbi all’udito sono considerati negli USA una vera emergenza nazionale: al primo posto tra le malattie invalidanti dei veterani impegnati nella lotta al terrorismo internazionale, al terzo posto tra le malattie più comuni nella restante popolazione americana. Persino l’Agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, DARPA (Defence Advanced Research Projects Agency), responsabile per lo sviluppo di nuove tecnologie ad uso militare, ha deciso di sostenere la ricerca nel campo delle ipoacusie.