Mettiamoci in ascolto di ciò che succede sotto terra e resteremo sorpresi: i rumori che vengono dal sottosuolo sono tantissimi, come diverse sono le forme di vita che vi si muovono. La terra che calpestiamo non è per niente muta, perché racchiude più del 25% della diversità biologica di tutto il mondo ed è legata al ciclo di vita del 40% degli organismi terrestri. L’ecologia acustica è una scienza relativamente nuova, che è attratta da questo mondo sotterraneo, in gran parte ancora misterioso: l’ecologia del suolo riveste un ruolo importante sia nello studio di specie invisibili, sia per indagare sulla salute e la cura dei terreni. I rumori sotterranei si ascoltano tramite sensori acustici, talvolta si tratta di vibrazioni che non sono nemmeno percepibili dall’orecchio umano e devono essere convertiti in segnali elettronici e amplificati. Una volta portati alla luce, svelano un intero mondo: insetti, invertebrati, piccoli mammiferi, ma anche radici in crescita e in movimento, funghi, larve, batteri… ognuno con un suo rumore.
Un ricercatore australiano, Jake Robinson, ha scelto di ascoltare il suolo delle campagne dello Yorkshire meridionale, nel Regno Unito: tra zone storicamente disboscate, ripristinate con nuove piantumazioni nel corso degli ultimi 30 anni e zone disboscate di recente, le differenze si sentono anche nei suoni. Le diverse frequenze sotterranee si distinguono nelle aree agricole: tra le colture intensive prevale il silenzio (meno biodiversità, maggiore impoverimento del suolo); a seconda delle stagioni i rumori si intensificano o meno. Persino l’inquinamento acustico prodotto dagli uomini ha un impatto sul terreno: traffico e macchine agricole influenzano la decomposizione e la crescita dei funghi. La scienza acustica applicata all’ambiente potrebbe aiutare l’agricoltura: conoscere in anticipo i movimenti degli insetti infestanti infatti potrebbe aiutare a diminuire l’uso dei pesticidi e incoraggiare l’uso di barriere meno dannose.